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Guarda il film del viaggio:
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Lunedi
13 giugno
Partiamo a meta’ mattinata
e siamo nei pressi di Basilea
nel tardo pomeriggio.
Proseguiamo verso Champagney ove
avevamo ipotizzato la prima
sosta.
Verso le 19 ci
fermiamo in un’area di servizio
nei pressi di Besancon.
Comperiamo una cartina della
Francia e ci accorgiamo di
essere leggermente fuori strada.
Pazienza, ci penseremo
domattina.
Martedi 14 giugno,
Rennes
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1230 km
Decidiamo di
risalire verso
Vesoul
e di fare strade
normali sino a
Troyes,
indi proseguire per
Orelans,
Le Mans
ed infine
Rennes.
La strada e’ lunga
(piu’ di 700 km) ma e’
abbastanza veloce. Ci avviamo
presto, verso le 13 ci fermiamo
in un ristorante una cinquantina
di km prima di Orleans ed in
serata, verso le 19: 30 siamo al
campeggio di Rennes,
camping municipal
des Gayeulles avenue de
Gayeulles.
Bretagna Mercoledi’
15 giugno
Rennes
e’
una citta’ da 200.000 abitanti,
attuale capoluogo e antica
capitale del ducato di Bretagna. Il
campeggio e’ situato nella zona nord est della
citta’, all’interno di un parco cittadino, con
campi sportivi ed animali in liberta’. Le
piazzuole sono invase dai conigli che, se da un
lato tengono l’erba ben rasata, dall’altro
lasciano ricordini un po’ ovunque. Ci svegliamo
come al solito molto presto e verso le 8 siamo
gia’ a cavallo delle nostre bici diretti in citta’. Lasciamo le bici in prossimita’ del
jarden de Thabor.
Il giardino e’ ben tenuto, con un roseto
comprendente centinaia di diverse specie di
rose, un orto botanico e decorazioni floreari.
Attraversiamo il giardino e siamo nei pressi di
Notre Dame en St
Melaine. del XI –
XIV e XVI secolo. Si tratta della chiesa di un
antico convento, di cui l’attuale
Jarden du
’habor
era l’orto coltivato dai monaci.
La chiesa e' massiccia, con una
torre che sovrasta il transetto
ed un chiostro con arcate
decorate da bassorilievi.
Proseguiamo verso il centro
citta’,
visitiamo la Place du Palais, con il palazzo
del
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parlamento bretone (piazza che la nostra
guida, esagerando, definisce una delle piu’
belle piazze d’Europa) ed approdiamo in
Place de la mairie, con il municipio da una
parte ed il teatro
dall’altra. Ci rechiamo quindi
a visitare il
centro storico composto da piccole strade
delimitate dalle caratteristiche case a
graticcio, case costruite con travi di legno
disposte a formare piccoli
rettangoli il cui interno e’ occupato da paglia
e fango. In centro troviamo
la chiesa di Saint
Pierre (imponente, con l’interno decorato in
oro). Riprendiamo quindi la strada del
campeggio, non senza aver fatto prima una sosta
per acquistare la tradizionale
baguette. Passiamo il pomeriggio (piovoso) in
camper, per riposarci della strapazzata dei
giorni scorsi.
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Giovedi’ 16 giugno Pouharnel (Carnac),
progressivo
1393 km
Partiamo presto e nel
giro di un’ora siamo a
Vannes, cittadina
portuale sull’atlantico. Si tratta in realta’ di una cittadina di medie
dimensioni (50.000 abitanti) con una circonvallazione abbastanza caotica e con
una certa penuria di parcheggi (o meglio i
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Vannes e Pouharnel
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parcheggi ci sono, ma sono tutti
sotterranei). Raggiungiamo il centro e facciamo una sosta al porto ove ci
godiamo il sole (apparentemente raro) seduti sui tavolini di un caffe’.
Visitiamo la citta’, caratterizzata dalle case a graticcio (gia’ viste a Rennes)
e da una imponente cattedrale gotica. Pranziamo con il pollo fritto preso da un
JFK (il primo che vediamo in Francia) e poi raggiungiamo
Pouharnel
(una cittadina vicina a Carnac, a 30 km da Vannes). Sistemiamo il camper in un
campeggio (Camping
de la lande, Kerzivienne - 56340 PLOUHARNEL;
18 euro anticipati, per una notte, senza possibilita’ di
carico/scarico), prendiamo le bici e faticosamente (qui’ le strade sono tutte un
saliscendi) raggiungiamo i monumenti megalitici di
Carnac.
Carnac, i
dolmen
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Venerdi’ 17 giugno
Douarnenez, progressivo 1578 km
Giornata umida. Il mattino si presenta grigio e la giornata scorre tra
temporali, pioggia insistente e pioggia fine. Non ci scoraggiamo e, armati di
kway, raggiungiamo
Concarneu,
amena cittadina di pescatori caratterizzata da
un porto in mezzo al quale sorge
ville close, un’isola
fortificata. L’isola e’ totalmente cinta da mura all’interno delle quali sorge
una cittadella con alcuni edifici in granito ed altri, piu’ leziosi, con i muri
a graticcio dipinti di giallo e di rosso.
Nel
pomeriggio raggiungiamo
Quimper
un paesotto da 60.000 abitanti noto,
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Concarneu e Quimper
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secondo le
guide, per le ceramiche con decorazioni a goccia e per la cattedrale con la
navata assimmetrica .In realta’ non vediamo alcuna bottega di ceramista e le
ceramiche non le troviamo nemmeno nei negozi per turisti (le avevamo invece
viste a Concarneu). Troviamo invece un’apprezzabile cattedrale, caratterizzata
da due massicce torri quadrate e da un interno ampio, con la navata “storta”
illuminata da spettacolari vetrate policrome. Il resto della cittadina e’
interessante soprattutto per le case a graticcio, in definitiva non dissimili da
quelle gia’ viste in altri paesi bretoni.
In serata
raggiungiamo
Douarnenez
e ci sistemiamo nel
camping
de Kerleyou, in chemin de kerleyou,
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Sabato 18 giugno - Morlaix – progressivo 1750
Raggiungiamo
Point du Raz,
una localita’ a circa 15 km da Douarnenez, in faccia all’oceano e sferzata dal
vento.
Il luogo, sede di un faro in attivita’, offre uno sguardo
affasciante sul mare, sugli scogli, sui fari che sormontano gli scogli e su di
una piccola baia adiacente il belvedere. La giornata non solo e’ ventosa, ma nel
giro di un’ora abbiamo visto il sole e la pioggia alternarsi per almeno quattro
volte.
Il vento ha inciso sulla vegetazione del luogo, che e’
formata esclusivamente da arbusti bassi e resistenti al vento (essenzialmente
ginestre,ed erica). Lasciamo il belvedere e ci dirigiamo verso
Locroran,
un piccolissima cittadina (meno di 1000 abitanti) che ha mantenuto intatte le
case costruite dagli abitanti nel 1600, quando
Point du raz e
Locroran
venne investita dal benessere a
seguito della nascita dell'industria per la produzione e la commercializzazione
di tele di lino. Le case, in granito, sono in stile bretone, (basse, con tetti
in ardesia molto spioventi) e la chiesa, gotica,
ha due entrate (apparentemente sembrano due chiese
affiancate)
e un’imponete navata centrale. Lasciamo Locroran e ci
dirigiamo verso
Morlaix attraversando la
finsterre
seguendo la d785, una strada panoramica che
passa attraverso i
monts d’arree. Arrivati a
Morlaix non troviamo il campeggio che avevamo scelto in fase di preparazione del
viaggio per cui ci rifugiamo in un altro campeggio (Les hortensias, a Carantec),
su di un promontorio a poca di stanza dal mare e battuto da impetuose raffiche
di vento.
19 giugno - cap frehel – progressivo 1998 km
Giornata intensa. Il tempo e’ incerto ma non c’e’ vento. Scendiamo subito a
visitare Morlaix. La citta’, dominata dal viadotto ferroviario, costruito nei
primi anni del 1900, sembra ancora assonnata. Per le strade incontriamo solo
qualche ragazzotto ubriaco, non ancora rientrato a casa dalla sera precedente.
Oggi e’ domenica e troviamo chiusa la chiesa di Saint Melanie (aperta solo nei
pomeriggio dei giorni feriali) per cui optiamo per un passeggio in citta’.
Morlaix e Cap
Feherl
I
negozi de la
gran rue sono tutti
chiusi. Troviamo pero’ un fornaio ed un bar aperti, ove riusciamo a comperare
del pane ed a bere un caffe’.
Ci muoviamo quindi verso la costa
e percorriamo la strada costiera da
Plestin en Greve
a Saint
Michel en Greve e da
Trebeurden a Tregastel.
starde che qui' chiamano, forse un po’ pomposamente,
la croniche
de l’armorique la prima e la
croniche bretonne
la
seconda. Le strade sono comunque panoramiche e l’alternarsi delle maree lascia
periodicamente scoperti vasti (anzi vastissimi) tratti di spiaggia, con barche
inclinate sui fianchi e isolotti che, magicamente, si ricongiungono alla
terraferma. Visto che oggi e’ l’anniversario di matrimonio, ci infiliamo in un
ristorante ove ci propongono una
gallette a l’alguerine
seguita da una
crèpe farcita di mele e
mandorle, accompagnati da un bicchiere di sidro. L’insieme e’ inusuale ma
gustoso (la
La croniche
Bretonne
galette a l’alguerine e’ una crèpe salata,
fatta con farina integrale e ricoperta da una abbondante salsa a base di alghe,
gamberetti, pesce bollito, maionese e altro). Nel pomeriggio, un po’
appesantiti, raggiungiamo
Treguier,
antica sede vescovile, con una importante
cattedrale dedicata a Saint Yves, un chiostro cinquecentesco ed altri edifici
abbaziali. Riprendiamo la strada e, con un po’ di sofferenza a causa delle bizze
del navigatore, raggiungiamo
Cap Feherl ove ci
infiliamo in un campeggio (camping du cap frehel sulla costa, a nord di
Plevenon) e pernottiamo.
Lunedi’ 20 Giugno – Cancale – progressivo 2065 km
Cap Feherl: il paesaggio e’ simile a
quello gia’ visto Point du Raz, solo il tempo e’ meno inclemente: oggi piove, ma
non c’e’ vento. Cerchiamo di raggiungere Fort la Latte,. Ma e’ troppo presto
(aprono alle 10:30) per cui ci dirigiamo verso la
cote d’emeraud
raggiungiamo
St Biriac
e costeggiamo sino a
Dinard. Qui riusciamo a
trovare un parcheggio per cui sostiamo e percorriamo la passeggiata a mare,
citata dalle guide ma non eccezionale. Si tratta in realta’ di un sentiero
cementato, ricavato sulle falesie ad alcuni metri di altezza sul mare. Al
mattino c’e’ l’alta marea per cui l’oceano rumoreggia sotto il sentiero ma non
offre il panorama di scogli e sabbia che probabilmente mostra con la bassa
marea. Riprendiamo
il camper ed in pochi minuti siamo a
Saint Malo’.
Dopo pranzo lasciamo il camper in periferia e ci avviamo a piedi verso il
centro. Purtroppo sbaglio strada e Anna, dopo qualche minuto, comincia a
mostrare segni di insofferenza. Ritorniamo al camper, trovo un parcheggio piu’
Dinard e Saint Malo'
vicino al centro e ci avviamo di nuovo verso la citta’. L’atmosfera e’ cambiata
e per tutto il tragitto non ci scambiamo una parola. Visitiamo la chiesa di
Saint Vincent (niente di speciale) e quindi percorriamo il cammino di ronda sui
bastioni difensivi della citta’. Ora c’e’ la bassa marea e vediamo
frotte di persone che raggiungono a piedi
l’ile de grand be’.
Lo spettacolo delle spiagge e della bassa marea
e’ affascinate. In questa zona le maree sono alte sino a 14 metri ed i segni del
mare sono evidenti sia sugli scogli che sulle barche, che giacciono mestamente
adagiate su di un fianco. Il clima e’ sempre pesante e per alleggerirlo provo ad
offrire ad Anna un bicchiere di sidro ed una
galette
al burro, in un ristorantino sul percorso di ronda. Magicamente il clima si
rasserena e torniamo tranquilli al camper. In serata raggiungiamo il campeggio
les genets, les douets fleuris 10 a
Cancale
Martedi’ 21 giugno - Mont Saint Michel
- progressivo 2166 km
Scendiamo al porto, e percorriamo il lungomare. C’e’ la bassa marea e la
spiaggia e’ come al solito costellata di barche adagiate su di un fianco. Nella
zona del porto le barche scaricano cassette piene di ostriche e parecchi
ristoranti e bancarelle le offrono ai passanti. Le migliori (le
piu’ grandi) vengono vendute a 6 euro la dozzina, + 0,50 per la loro apertura e
banchetto di ostriche a Canacale ed interno del
chiostro di Mont Saint Michel
altri 0,50 per il limone. Purtroppo non e’ il momento per gustare le ostriche e
preferiamo entrare in un bar per fare colazione. A meta’ mattinata raggiungiamo
Dinan,
una citta’ a circa 30 km all’interno, e
scopriamo un’altra citta’ di impianto medioevale. Case a graticcio chiese e
altri edifici in granito. Tutto molto bello, ma ormai “gia’ visto”.
Merita una menzione la torre dell’orologio che, imponente, domina la via
principale, affollata di negozi, ristoranti e creperie. Nel primo pomeriggio
entriamo in Normandia ed arriviamo a
Mont Saint Michel.
Il parcheggio ai piedi del monte costa 12 euro ma e’ molto grande e consente la
sosta notturna in camper. Ci sistemiamo e a piedi saliamo a visitare l’antica
abbazia e lo spettacolare chiostro, delimitato da una doppia fila di colonne e
capitelli.
Mont Saint Michel
Mercoledi’ 22 giugno – Saint Marie Eglise – progressivo
2294
Lasciamo Mont Saint Michel con calma
e temporeggiamo lungo il percorso verso Granville poiche’, stante la sua fama di
importante centro peschereccio,
vorremmo arrivare
in tempo per pranzare in un ristorante del porto.
Sostiamo in un centro commerciale ove facciamo scorta di pate’ e di calvados e
poi, una volta arrivati a
Granville ci fermiamo in
una pasticceria per il caffe’ di rito. La citta’ non e’ interessante come
sembrava dalla guida: un piccolo borgo fortificato, con l’ennesima cattedrale in
stile gotico fiammeggiante. I ristoranti invece sono interessanti. Ne passiamo
in rassegna
un certo numero e ci fermiamo in uno ove ci vengono
servite ostriche (parte al naturale e parte ricoperte da una salsa alle erbe),
del pesce bianco arrostito (sembra merluzzo) accompagnato da una salsa a base di
patate, aglio e dragoncello, della panna cotta adagiata su di una base di mele
condita con una salsa al calvados ed un discreto vino rose’. Un po’ appesantiti
riprendiamo la marcia e raggiungiamo
Coutances
ove secondo la guida dovremmo trovare un paio di
chiese degne di nota. In effetti le chiese ci sono
Granville e Coutances,
la chiesa di Saint Pierre
e sono anche maestose ed
interessanti. Una pioggerella, che nel giro di pochi minuti diventa un
acquazzone, ci costringe pero’ a rientrare precipitosamente alla base.Un
po’ umidicci ci mettiamo in marcia per
Saint Marie Eglise,
La prima di alcune tappe dedicate allo sbarco in Normandia. Arriviamo verso le
17, prendiamo posto nel campeggio municipale e subito dopo, approfittando di uno
splendido sole che in queste zone si alterna velocemente alla pioggia, visitiamo
i memorial dello sbarco. La chiesa innanzi tutto, su una guglia della quale
sventola il telo di un paracadute a ricordo dei paracadutisti della 505ma
brigata aerotrasportata che qui’ piovvero dal cielo nella notte tra il 4 ed il 5
giugno 1944 (uno dei paracadutisti resto’ effettivamente impigliato su di una
guglia del campanile e poi altri memoriali tra i quali un cippo che segna il “km
0” della
via della liberazione e
foto degli avvenimenti, sparse per la citta’.
Giovedi’ 23 giugno – Arromance les Bains –
progressivo 2382 Km
In mattinata siamo a
Utah beach,
una delle cinque spiagge dello sbarco. Il ricordo degli avvenimenti del giugno
1944 e’ demandato ad un museo e ad alcuni pezzi di artiglieria che sembrano
presidiare l’ingresso del museo. Vediamo anche una piccolo bunker, qualche targa
ricordo, ma niente altro. La spiaggia larga e lunga, ora
viene utilizzata dai fantini di una vicino
allevamento equestre per far sgambare i cavalli. Pochi i visitatori e ancor meno
i ricordi.
Un po’ delusi ci
rechiamo a
Bayeux.
Parcheggiamo in una grande piazza centrale e ci avviavo verso la cattedrale.
Come al solito la cattedrale e’ enorme, in stile gotico
fiammeggiante e
sovrastata da un torrione. L’interno e’ insolitamente luminoso e sul parete del
transetto destro vediamo, per la prima volta da quando siamo in Francia, un paio
di affreschi ben conservati e
Bayeaux, l'arazzo
dai colori vivaci. Lasciamo la cattedrale e
raggiungiamo il museo de la tapisserie, ove viene conservata una tela di lino
lunga 70 metri e vecchia di un migliaio di anni sulla quale e’ stata ricamata
l’epopea di Guglielmo il conquistatore che, gia’ re di Normandia, sbarco’ in
Inghilterra e ne conquisto’ il trono. I disegni sono abbastanza elementari ma i
colori sono vivaci e l’audioguida e’ esauriente per cui, al termine della visita
(oltre 30 minuti per ammirare l’intero arazzo) si esce con l’impressione di aver
assistito alla proiezione di un film (o meglio di un cartoon) storico. Nel
pomeriggio arriviamo ad
Arromance les Bains e ci
sistemiamo nel campeggio municipale (sulla strada che da Carentan porta ad
Arromance, facilissimo da trovare). Visitiamo il museo dello sbarco ove viene
raccontata, piu’ che altro, la storia del porto di Arromance, costruito dagli
alleati in pochissimi giorni, subito dopo lo sbarco delle prime truppe e che per
molti mesi, assicuro’ gli indispensabili rifornimenti.
Venerdi’ 24
giugno – Honfleur – progressivo2495
Giornata di sole, o almeno senza pioggia e
vento. In mattinata raggiungiamo
Caen e riusciamo,
fortunosamente, a trovare un parcheggio su di una via centrale, a ridosso della
zona pedonale. Contrariamente a quanto avevo ipotizzato il centro di Caen e’ a
misura d’uomo. Le due chiese principali ed il castello sono comprese in un’area
di due o trecento metri e sono collegate tra loro da una via pedonale, piena di
negozi e piuttosto vivace. Visitiamo dapprima
Caen, il
castello di Guglielmo il Conquistatore ed il
mercato
la chiesa di Saint Etienne
costruita nel 1077, in soli quindici anni, per volere di Guglielmo il
conquistatore e mai distrutta o modificata. Si tratta di una grande costruzione
(direi imponente, visto che fu costruita un migliaio di anni fa) abbastanza
liscia all’esterno ed estremamente luminosa all’interno. La chiesa e’
caratterizzata da due torri, alte e snelle, visibili quasi da ogni punto della
citta’. All’interno sono custodite le spoglie di Guglielmo il conquistatore. La
cattedrale di Saint Pierre, all’altro capo della via pedonale e di fronte al
castello, e’ invece totalmente diversa. Fu costruita a piu’ riprese, in periodi
storici diversi per cui l’esterno risente di diversi stili (il gotico
flamboyant, ovviamente, ma anche tratti riconducibili al rinascimento italiano
mentre l’interno, soprattutto nella parte relativa al transetto, appare
riccamente decorato. Il castello di Guglielmo il conquistatore e’ invece una
costruzione massiccia, con torri e cammini di ronda che permettono di
raggiungere altezze diverse dalle quali si gode un ottimo colpo d’occhio sulla
citta’. Terminata la visita raggiungiamo il mercato (oggi qui’ e’ giorno di
mercato) e ci perdiamo tra le bancarelle. Tanti banchi di pesce, che offrono, a
prezzi assolutamente abbordabili, ostriche e crostacei. Parecchi banchi di
formaggio dai quali prendiamo una selezione di formaggi locali. Ad un banchetto
gestito da un nordafricano prendiamo anche un paio di porzioni di paella, che si
riveleranno poi ottime ed abbondanti. Nel pomeriggio arriviamo a Honfleur, un
piccolo porto sulla sponda sud dell’estuario della Senna (di fronte, sulla
sponda nord, c’e’ Le Havre, una grande citta’ che abbiamo deciso di non
visitare). Ci accampiamo nel camping le Phare, in boulevard
Charles V e andiamo subito in centro. Visitiamo
innanzi tutto la chiesa di santa Caterina, una chiesa costruita, interamente in
legno nel 1700, dai carpentieri che costruivano
i bastimenti e poi raggiungiamo il piccolo porto
(ora esclusivamente turistico) ai bordi del quale sorgono decine di esercizi
commerciali. Ci sediamo ai tavolini di un bar e tiriamo sera guardando le barche
ed i passanti.
Il
ponte di Normandia, sopra la Senna nei pressi di
Le Havre
Sabato 25 giugno – Rouen – progressivo 2656 km
In
mattinata siamo a Etretat, una
cittadina balneare caratterizzata da un golfo delimitato da due falesie con
grotte e arcate sul mare. Un magnifico colpo d’occhio. Sempre in mattinata
raggiungiamo Fecamp un porto
peschereccio noto per la pesca al merluzzo. Anche qui’ falesie a volonta’ (senza
grotte, ma piu’ alte di quelle di Etretat) con, in piu’ la sede della
distilleria che produce il liquore Benedectine. La distilleria (ora monumento
storico) sembra un palazzo reale, con una torre alta e snella e guglie ad ogni
angolo. Cerchiamo di visitare la distilleria-museo. La troviamo chiusa per la
pausa pranzo (sono ormai passate le 12) per cui ripieghiamo,
senza troppi rimpianti,
nella bottega di vendita ove abbiamo l’occasione di assaggiare il famoso
liquore. Ne restiamo un poco delusi poiche’ il sapore non si discosta molto da
altri, meno
Rouen
blasonati e meno costosi liquori nostrani. Usciamo dalla sala di
degustazione e ci avviamo verso il porto. Arriviamo alla spiaggia, guardiamo
distrattamente le falesie ma il liquore, preso a digiuno ci fa l’effetto di un
aperitivo per cui ci infiliamo nel primo ristorante “onesto” che troviamo. Siamo
fortunati e ci facciamo un buon pranzo a base di gamberetti, pate’ di pesce,
merluzzo cotto a vapore accompagnato da patate e affogato in una salsa
giallognola che assomiglia,
vagamente, alla salsa bernese. Concludiamo il pasto con
una fetta di torta di mele arricchita da una palla di panna montata. Cosi’
appesantiti, ci rimettiamo in viaggio. Dopo un paio d’ore siamo
Rouen
ed il navigatore ci porta al campeggio (camping de l’Aubette – 23 rue du Vert
Buisson 76160 Saint Leger du Bourg-Denis) ove ci sistemiamo e riposiamo.
Domenica 26 giugno – Chaumont – progressivo 3101 km
Decidiamo di scendere in citta’ con il camper
e siamo abbastanza fortunati poiche’ troviamo un parcheggio gratuito in centro,
sul lungo Senna, sul lato del centro storico. Ruen offre una cattedrale
di tutto rispetto; con l’esterno arricchito dalla “torre
di burro” (pare sia stata costruita con i proventi del commercio del burro) in
gran parte ricostruita dopo la guerra. L’interno e’ ampio e luminoso, con una
interessante scala in marmo traforato. Purtroppo il deambulatorio e’ chiuso per
cui ci accontentiamo di guardare le statue da dietro i cancelli. Subito dopo
raggiungiamo
Saint Maclu una cattedrale strana, elegante e slanciata,
con cinque portali decorati ma in stato di semi abbandono. Le statue e le
decorazioni esterne sono annerite dal tempo e dall’incuria e dietro le
decorazioni si intravvedono ciuffi di erba e nidi di uccelli. Saint Ouen, altra
spettacolare cattedrale in stile gotico fiammeggiante, appare
un po’ meno trasandata, anche se
anch’essa offre
statue e decorazioni annerite dal tempo e dallo smog). Concludiamo il tour con la visita alla torre dell’orologio:
una torre che sorge su di un ponte a cavallo di una delle strade della citta’.
La torre porta un vistoso orologio decorato che ricorda, vagamente, analoghi
orologi di
Vienna, Praga, Danzica e Bratislava. Conclusa la visita prendiamo il camper e
puntiamo verso sudest; si torna
a casa. Pernottiamo a Chaumont, un paesino dell
dipartimeno Champagne Ardenne.
Lunedi’ 27 giugno - Cusano Milanino – progressivo 3683
Partiamo presto al mattino, non senza essereci prima fermati in un centro
commerciale per fare scorta di calvados, vini e formaggi francesi.
Entriamo in Svizzera e siamo a casa in serata
Conclusioni
Il tour, pur interessante, si e’ rivelato un poco al di sotto delle aspettative.
A parte Saint Malo’ e Mont Saint Michel, le citta’ ed i monumenti non sono
sembrati particolarmenti interessanti. I Panorami delle scogliere e delle
falesie atlantiche hanno deluso, forse per via del cattivo tempo, cosi’ come
sono state una delusione la croniche de l’armorique e la croniche bretonne (a
mio avviso l’aurelia in liguria e’ in alcuni punti piu’ spettacolare). Discrete
invece le esperienze culinarie (sidro e galette erano per noi due oggetti
sconosciuti), cosi come piacevoli sono state le immagini delle case con le
pareti a graticcio e, nella zona nord della bretagna, dei villaggi con i tetti
in ardesia, molto spioventi. Abbiamo percorso 3700 km ed il mezzo si e’
comportato benissimo. Siamo stati fuori 14 giorni ed abbiamo speso circa 1400
euro, di cui almeno la meta’ per pedaggi, bolli autostradali e gasolio.
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