13/6/2011 – 27/6/2011 – Bretagna e Normandia – 3683 km
Guarda il film del viaggio: 


Lunedi 13 giugno 

Partiamo a meta’ mattinata e siamo nei pressi di Basilea nel tardo pomeriggio. Proseguiamo verso Champagney ove avevamo ipotizzato la prima sosta.  Verso le 19 ci fermiamo in un’area di servizio nei pressi di Besancon. Comperiamo una cartina della Francia e ci accorgiamo di essere leggermente fuori strada. Pazienza, ci penseremo domattina.   


Martedi 14 giugno,  Rennes  - 1230 km   

Decidiamo di risalire verso Vesoul e di fare strade normali sino a Troyes, indi proseguire per Orelans, Le Mans ed infine Rennes.  La strada e’ lunga (piu’ di 700 km) ma e’ abbastanza veloce. Ci avviamo presto, verso le 13 ci fermiamo in un ristorante una cinquantina di km prima di Orleans ed in serata, verso le 19: 30 siamo al campeggio di Rennes,  camping municipal des Gayeulles avenue de Gayeulles.
  


Bretagna  
Mercoledi’ 15 giugno

Rennes
 e’ una citta’ da 200.000 abitanti, attuale capoluogo e antica capitale del ducato di Bretagna. Il campeggio e’ situato nella zona nord est della citta’, all’interno di un parco cittadino, con campi sportivi ed animali in liberta’. Le piazzuole sono invase dai conigli che, se da un lato tengono l’erba ben rasata, dall’altro lasciano ricordini un po’ ovunque. Ci svegliamo come al solito molto presto e verso le 8 siamo gia’ a cavallo delle nostre bici diretti in citta’. Lasciamo le bici in prossimita’ del jarden de Thabor. Il giardino e’ ben tenuto, con un roseto comprendente centinaia di diverse specie di rose, un orto botanico e decorazioni floreari. Attraversiamo il giardino e siamo nei pressi di Notre Dame en St  Melaine. del XI – XIV e XVI secolo. Si tratta della chiesa di un antico convento, di cui l’attuale Jarden du habor era l’orto coltivato dai monaci. La chiesa e' massiccia, con una torre che sovrasta il transetto ed un chiostro con arcate decorate da bassorilievi. Proseguiamo verso il centro citta’, visitiamo la Place du Palais, con il palazzo  del
  
 parlamento bretone (piazza che la nostra guida, esagerando, definisce una delle piu’ belle piazze d’Europa) ed approdiamo in Place de la mairie, con il municipio da una parte ed il teatro dall’altra. Ci rechiamo quindi  a visitare il centro storico composto da piccole strade delimitate dalle caratteristiche case a graticcio, case costruite con travi di legno disposte a formare piccoli rettangoli il cui interno e’ occupato da paglia e fango. In centro troviamo  la chiesa di Saint Pierre (imponente, con l’interno decorato in oro). Riprendiamo quindi la strada del campeggio, non senza aver fatto prima una sosta per acquistare la tradizionale baguette. Passiamo il pomeriggio (piovoso) in camper, per riposarci della strapazzata dei giorni scorsi.  
Giovedi’ 16 giugno Pouharnel (Carnac),  progressivo  1393 km  

Partiamo presto e nel giro di un’ora siamo a Vannes, cittadina portuale sull’atlantico. Si tratta in realta’ di una cittadina di medie dimensioni (50.000 abitanti) con una circonvallazione abbastanza caotica e con una certa penuria di parcheggi (o meglio i
  
Vannes e Pouharnel
parcheggi ci sono, ma sono tutti sotterranei). Raggiungiamo il centro e facciamo una sosta al porto ove ci godiamo il sole (apparentemente raro) seduti sui tavolini di un caffe’. Visitiamo la citta’, caratterizzata dalle case a graticcio (gia’ viste a Rennes) e da una imponente cattedrale gotica. Pranziamo con il pollo fritto preso da un JFK (il primo che vediamo in Francia) e poi raggiungiamo Pouharnel (una cittadina vicina a Carnac, a 30 km da Vannes). Sistemiamo il camper in un campeggio (Camping de la lande, Kerzivienne - 56340 PLOUHARNEL; 18 euro anticipati, per una notte, senza possibilita’ di carico/scarico), prendiamo le bici e faticosamente (qui’ le strade sono tutte un saliscendi) raggiungiamo i monumenti megalitici di Carnac.
Carnac, i dolmen

Venerdi’ 17 giugno  Douarnenez, progressivo 1578 km 

Giornata umida. Il mattino si presenta grigio e la giornata scorre tra temporali, pioggia insistente e pioggia fine. Non ci scoraggiamo e, armati di kway, raggiungiamo
  Concarneu, amena cittadina di pescatori caratterizzata da un porto in mezzo al quale sorge ville close, un’isola fortificata. L’isola e’ totalmente cinta da mura all’interno delle quali sorge una cittadella con alcuni edifici in granito ed altri, piu’ leziosi, con i muri a graticcio dipinti di giallo e di rosso.  Nel pomeriggio raggiungiamo  Quimper  un paesotto da 60.000 abitanti noto,
 
Concarneu e Quimper
 
secondo le guide, per le ceramiche con decorazioni a goccia e per la cattedrale con la navata assimmetrica .In realta’ non vediamo alcuna bottega di ceramista e le ceramiche non le troviamo nemmeno nei negozi per turisti (le avevamo invece viste a Concarneu). Troviamo invece un’apprezzabile cattedrale, caratterizzata da due massicce torri quadrate e da un interno ampio, con la navata “storta” illuminata da spettacolari vetrate policrome. Il resto della cittadina e’ interessante soprattutto per le case a graticcio, in definitiva non dissimili da quelle gia’ viste in altri paesi bretoni.  In serata raggiungiamo Douarnenez e ci sistemiamo nel  camping de Kerleyou, in chemin de kerleyou,  

Sabato 18 giugno - Morlaix – progressivo 1750
 

Raggiungiamo Point du Raz, una localita’ a circa 15 km da Douarnenez, in faccia all’oceano e sferzata dal vento.  Il luogo, sede di un faro in attivita’, offre uno sguardo affasciante sul mare, sugli scogli, sui fari che sormontano gli scogli e su di una piccola baia adiacente il belvedere. La giornata non solo e’ ventosa, ma nel giro di un’ora abbiamo visto il sole e la pioggia alternarsi per almeno quattro volte.  Il vento ha inciso sulla vegetazione del luogo, che e’ formata esclusivamente da arbusti bassi e resistenti al vento (essenzialmente ginestre,ed erica). Lasciamo il belvedere e ci dirigiamo verso Locroran, un piccolissima cittadina (meno di 1000 abitanti) che ha mantenuto intatte le case costruite dagli abitanti nel 1600, quando
 
Point du raz e Locroran

 venne investita dal benessere a seguito della nascita dell'industria per la produzione e la commercializzazione di tele di lino. Le case, in granito, sono in stile bretone, (basse, con tetti in ardesia molto spioventi) e la chiesa, gotica,
  ha due entrate (apparentemente sembrano due chiese affiancate)  e un’imponete navata centrale. Lasciamo Locroran e ci dirigiamo verso Morlaix attraversando la finsterre seguendo la d785, una strada panoramica che passa attraverso i monts d’arree. Arrivati a Morlaix non troviamo il campeggio che avevamo scelto in fase di preparazione del viaggio per cui ci rifugiamo in un altro campeggio (Les hortensias, a Carantec), su di un promontorio a poca di stanza dal mare e battuto da impetuose raffiche di vento.  



19 giugno - cap frehel – progressivo 1998 km
 

Giornata intensa. Il tempo e’ incerto ma non c’e’ vento. Scendiamo subito a visitare Morlaix. La citta’, dominata dal viadotto ferroviario, costruito nei primi anni del 1900, sembra ancora assonnata. Per le strade incontriamo solo qualche ragazzotto ubriaco, non ancora rientrato a casa dalla sera precedente. Oggi e’ domenica e troviamo chiusa la chiesa di Saint Melanie (aperta solo nei pomeriggio dei giorni feriali) per cui optiamo per un passeggio in citta’.
 
Morlaix e Cap Feherl

 I negozi de la
gran rue sono tutti chiusi. Troviamo pero’ un fornaio ed un bar aperti, ove riusciamo a comperare del pane ed a bere un caffe’.  Ci muoviamo quindi verso la costa  e percorriamo la strada costiera da Plestin en Greve a Saint Michel en Greve e da Trebeurden a Tregastel. starde che qui' chiamano, forse un po’ pomposamente,  la croniche de l’armorique la prima e la croniche bretonne la seconda. Le strade sono comunque panoramiche e l’alternarsi delle maree lascia periodicamente scoperti vasti (anzi vastissimi) tratti di spiaggia, con barche inclinate sui fianchi e isolotti che, magicamente, si ricongiungono alla terraferma. Visto che oggi e’ l’anniversario di matrimonio, ci infiliamo in un ristorante ove ci propongono una gallette a l’alguerine seguita da una crèpe farcita di mele e mandorle, accompagnati da un bicchiere di sidro. L’insieme e’ inusuale ma gustoso (la

La croniche Bretonne

 
galette a l’alguerine e’ una crèpe salata, fatta con farina integrale e ricoperta da una abbondante salsa a base di alghe, gamberetti, pesce bollito, maionese e altro). Nel pomeriggio, un po’ appesantiti, raggiungiamo Treguier,  antica sede vescovile, con una importante cattedrale dedicata a Saint Yves, un chiostro cinquecentesco ed altri edifici abbaziali. Riprendiamo la strada e, con un po’ di sofferenza a causa delle bizze del navigatore, raggiungiamo Cap Feherl ove ci infiliamo in un campeggio (camping du cap frehel sulla costa, a nord di Plevenon) e pernottiamo.  


Lunedi’ 20 Giugno – Cancale – progressivo 2065 km

Cap Feherl: il paesaggio e’ simile a quello gia’ visto Point du Raz, solo il tempo e’ meno inclemente: oggi piove, ma non c’e’ vento. Cerchiamo di raggiungere Fort la Latte,. Ma e’ troppo presto (aprono alle 10:30) per cui ci dirigiamo verso la cote d’emeraud raggiungiamo St Biriac e costeggiamo sino a Dinard. Qui riusciamo a trovare un parcheggio per cui sostiamo e percorriamo la passeggiata a mare, citata dalle guide ma non eccezionale. Si tratta in realta’ di un sentiero cementato, ricavato sulle falesie ad alcuni metri di altezza sul mare. Al mattino c’e’ l’alta marea per cui l’oceano rumoreggia sotto il sentiero ma non offre il panorama di scogli e sabbia che probabilmente mostra con la bassa marea.  Riprendiamo il camper ed in pochi minuti siamo a Saint Malo’. Dopo pranzo lasciamo il camper in periferia e ci avviamo a piedi verso il centro. Purtroppo sbaglio strada e Anna, dopo qualche minuto, comincia a mostrare segni di insofferenza. Ritorniamo al camper, trovo un parcheggio piu’
 
Dinard e Saint Malo'

 vicino al centro e ci avviamo di nuovo verso la citta’. L’atmosfera e’ cambiata e per tutto il tragitto non ci scambiamo una parola. Visitiamo la chiesa di Saint Vincent (niente di speciale) e quindi percorriamo il cammino di ronda sui bastioni difensivi della citta’. Ora c’e’ la bassa marea e vediamo
  frotte di persone che raggiungono a piedi l’ile de grand be’. Lo spettacolo delle spiagge e della bassa marea e’ affascinate. In questa zona le maree sono alte sino a 14 metri ed i segni del mare sono evidenti sia sugli scogli che sulle barche, che giacciono mestamente adagiate su di un fianco. Il clima e’ sempre pesante e per alleggerirlo provo ad offrire ad Anna un bicchiere di sidro ed una galette al burro, in un ristorantino sul percorso di ronda. Magicamente il clima si rasserena e torniamo tranquilli al camper. In serata raggiungiamo il campeggio les genets, les douets fleuris 10 a Cancale
   


Martedi’ 21 giugno - Mont Saint Michel - progressivo 2166 km
 

Scendiamo al porto, e percorriamo il lungomare. C’e’ la bassa marea e la spiaggia e’ come al solito costellata di barche adagiate su di un fianco. Nella zona del porto le barche scaricano cassette piene di ostriche e parecchi ristoranti e bancarelle le offrono ai passanti. Le migliori (le piu’ grandi) vengono vendute a 6 euro la dozzina, + 0,50 per la loro apertura e
 
banchetto di ostriche a Canacale ed interno del chiostro di Mont Saint Michel

 altri 0,50 per il limone. Purtroppo non e’ il momento per gustare le ostriche e preferiamo entrare in un bar per fare colazione. A meta’ mattinata raggiungiamo
Dinan, una citta’ a circa 30 km all’interno, e scopriamo un’altra citta’ di impianto medioevale. Case a graticcio chiese e altri edifici in granito. Tutto molto bello, ma ormai “gia’ visto”. Merita una menzione la torre dell’orologio che, imponente, domina la via principale, affollata di negozi, ristoranti e creperie. Nel primo pomeriggio entriamo in Normandia ed arriviamo a Mont Saint Michel. Il parcheggio ai piedi del monte costa 12 euro ma e’ molto grande e consente la sosta notturna in camper. Ci sistemiamo e a piedi saliamo a visitare l’antica abbazia e lo spettacolare chiostro, delimitato da una doppia fila di colonne e capitelli.   

Mont Saint Michel


Mercoledi’ 22 giugno – Saint Marie Eglise – progressivo 2294 

Lasciamo Mont Saint Michel con calma e temporeggiamo lungo il percorso verso Granville poiche’, stante la sua fama di importante centro peschereccio,  vorremmo arrivare  in tempo per pranzare in un ristorante del porto. Sostiamo in un centro commerciale ove facciamo scorta di pate’ e di calvados e poi, una volta arrivati a Granville ci fermiamo in una pasticceria per il caffe’ di rito. La citta’ non e’ interessante come sembrava dalla guida: un piccolo borgo fortificato, con l’ennesima cattedrale in stile gotico fiammeggiante. I ristoranti invece sono interessanti. Ne passiamo in rassegna un certo numero e ci fermiamo in uno ove ci vengono servite ostriche (parte al naturale e parte ricoperte da una salsa alle erbe), del pesce bianco arrostito (sembra merluzzo) accompagnato da una salsa a base di patate, aglio e dragoncello, della panna cotta adagiata su di una base di mele condita con una salsa al calvados ed un discreto vino rose’. Un po’ appesantiti riprendiamo la marcia e raggiungiamo Coutances ove secondo la guida dovremmo trovare un paio di chiese degne di nota. In effetti le chiese ci sono
 
Granville e Coutances, la chiesa di Saint Pierre

e sono anche maestose ed interessanti. Una pioggerella, che nel giro di pochi minuti diventa un acquazzone, ci costringe pero’ a rientrare precipitosamente alla base.Un po’ umidicci ci mettiamo in marcia per
Saint Marie Eglise, La prima di alcune tappe dedicate allo sbarco in Normandia. Arriviamo verso le 17, prendiamo posto nel campeggio municipale e subito dopo, approfittando di uno splendido sole che in queste zone si alterna velocemente alla pioggia, visitiamo i memorial dello sbarco. La chiesa innanzi tutto, su una guglia della quale sventola il telo di un paracadute a ricordo dei paracadutisti della 505ma brigata aerotrasportata che qui’ piovvero dal cielo nella notte tra il 4 ed il 5 giugno 1944 (uno dei paracadutisti resto’ effettivamente impigliato su di una guglia del campanile e poi altri memoriali tra i quali un cippo che segna il “km 0” della
via della liberazione e foto degli avvenimenti, sparse per la citta’.     



Giovedi’ 23 giugno – Arromance les Bains – progressivo 2382 Km


In mattinata siamo a Utah beach, una delle cinque spiagge dello sbarco. Il ricordo degli avvenimenti del giugno 1944 e’ demandato ad un museo e ad alcuni pezzi di artiglieria che sembrano presidiare l’ingresso del museo. Vediamo anche una piccolo bunker, qualche targa ricordo, ma niente altro. La spiaggia larga e lunga, ora  viene utilizzata dai fantini di una vicino allevamento equestre per far sgambare i cavalli. Pochi i visitatori e ancor meno i ricordi.  Un po’ delusi ci  rechiamo a Bayeux. Parcheggiamo in una grande piazza centrale e ci avviavo verso la cattedrale. Come al solito la cattedrale e’ enorme, in stile gotico fiammeggiante e sovrastata da un torrione. L’interno e’ insolitamente luminoso e sul parete del transetto destro vediamo, per la prima volta da quando siamo in Francia, un paio di affreschi ben conservati e
 
Bayeaux, l'arazzo

 dai colori vivaci. Lasciamo la cattedrale e raggiungiamo il museo de la tapisserie, ove viene conservata una tela di lino lunga 70 metri e vecchia di un migliaio di anni sulla quale e’ stata ricamata l’epopea di Guglielmo il conquistatore che, gia’ re di Normandia, sbarco’ in Inghilterra e ne conquisto’ il trono. I disegni sono abbastanza elementari ma i colori sono vivaci e l’audioguida e’ esauriente per cui, al termine della visita (oltre 30 minuti per ammirare l’intero arazzo) si esce con l’impressione di aver assistito alla proiezione di un film (o meglio di un cartoon) storico. Nel pomeriggio arriviamo ad
Arromance les Bains e ci sistemiamo nel campeggio municipale (sulla strada che da Carentan porta ad Arromance, facilissimo da trovare). Visitiamo il museo dello sbarco ove viene raccontata, piu’ che altro, la storia del porto di Arromance, costruito dagli alleati in pochissimi giorni, subito dopo lo sbarco delle prime truppe e che per molti mesi, assicuro’ gli indispensabili rifornimenti.  



Venerdi’ 24 giugno – Honfleur – progressivo2495
 
 

Giornata di sole, o almeno senza pioggia e vento. In mattinata raggiungiamo Caen e riusciamo, fortunosamente, a trovare un parcheggio su di una via centrale, a ridosso della zona pedonale. Contrariamente a quanto avevo ipotizzato il centro di Caen e’ a misura d’uomo. Le due chiese principali ed il castello sono comprese in un’area di due o trecento metri e sono collegate tra loro da una via pedonale, piena di negozi e piuttosto vivace. Visitiamo dapprima
 
Caen, il castello di Guglielmo il Conquistatore ed il mercato

 la chiesa di Saint Etienne costruita nel 1077, in soli quindici anni, per volere di Guglielmo il conquistatore e mai distrutta o modificata. Si tratta di una grande costruzione (direi imponente, visto che fu costruita un migliaio di anni fa) abbastanza liscia all’esterno ed estremamente luminosa all’interno. La chiesa e’ caratterizzata da due torri, alte e snelle, visibili quasi da ogni punto della citta’. All’interno sono custodite le spoglie di Guglielmo il conquistatore. La cattedrale di Saint Pierre, all’altro capo della via pedonale e di fronte al castello, e’ invece totalmente diversa. Fu costruita a piu’ riprese, in periodi storici diversi per cui l’esterno risente di diversi stili (il gotico flamboyant, ovviamente, ma anche tratti riconducibili al rinascimento italiano mentre l’interno, soprattutto nella parte relativa al transetto, appare riccamente decorato. Il castello di Guglielmo il conquistatore e’ invece una costruzione massiccia, con torri e cammini di ronda che permettono di raggiungere altezze diverse dalle quali si gode un ottimo colpo d’occhio sulla citta’. Terminata la visita raggiungiamo il mercato (oggi qui’ e’ giorno di mercato) e ci perdiamo tra le bancarelle. Tanti banchi di pesce, che offrono, a prezzi assolutamente abbordabili, ostriche e crostacei. Parecchi banchi di formaggio dai quali prendiamo una selezione di formaggi locali. Ad un banchetto gestito da un nordafricano prendiamo anche un paio di porzioni di paella, che si riveleranno poi ottime ed abbondanti. Nel pomeriggio arriviamo a Honfleur, un piccolo porto sulla sponda sud dell’estuario della Senna (di fronte, sulla sponda nord, c’e’ Le Havre, una grande citta’ che abbiamo deciso di non visitare). Ci accampiamo nel camping le Phare, in boulevard
  Charles V e andiamo subito in centro. Visitiamo innanzi tutto la chiesa di santa Caterina, una chiesa costruita, interamente in legno nel 1700, dai carpentieri che costruivano  i bastimenti e poi raggiungiamo il piccolo porto (ora esclusivamente turistico) ai bordi del quale sorgono decine di esercizi commerciali. Ci sediamo ai tavolini di un bar e tiriamo sera guardando le barche ed i passanti.  


Il ponte di Normandia, sopra la Senna nei pressi di Le Havre

Sabato 25 giugno – Rouen – progressivo 2656 km
 

In mattinata siamo a Etretat, una cittadina balneare caratterizzata da un golfo delimitato da due falesie con grotte e arcate sul mare. Un magnifico colpo d’occhio. Sempre in mattinata raggiungiamo Fecamp un porto peschereccio noto per la pesca al merluzzo. Anche qui’ falesie a volonta’ (senza grotte, ma piu’ alte di quelle di Etretat) con, in piu’ la sede della distilleria che produce il liquore Benedectine. La distilleria (ora monumento storico) sembra un palazzo reale, con una torre alta e snella e guglie ad ogni angolo. Cerchiamo di visitare la distilleria-museo. La troviamo chiusa per la pausa pranzo (sono ormai passate le 12) per cui ripieghiamo, senza troppi rimpianti, nella bottega di vendita ove abbiamo l’occasione di assaggiare il famoso liquore. Ne restiamo un poco delusi poiche’ il sapore non si discosta molto da altri, meno

 
Rouen

blasonati e meno costosi liquori nostrani. Usciamo dalla sala di degustazione e ci avviamo verso il porto. Arriviamo alla spiaggia, guardiamo distrattamente le falesie ma il liquore, preso a digiuno ci fa l’effetto di un aperitivo per cui ci infiliamo nel primo ristorante “onesto” che troviamo. Siamo fortunati e ci facciamo un buon pranzo a base di gamberetti, pate’ di pesce, merluzzo cotto a vapore accompagnato da patate e affogato in una salsa giallognola che assomiglia,
vagamente, alla salsa bernese. Concludiamo il pasto con una fetta di torta di mele arricchita da una palla di panna montata. Cosi’ appesantiti, ci rimettiamo in viaggio. Dopo un paio d’ore siamo Rouen ed il navigatore ci porta al campeggio (camping de l’Aubette – 23 rue du Vert Buisson 76160 Saint Leger du Bourg-Denis) ove ci sistemiamo e riposiamo.  


Domenica 26 giugno – Chaumont – progressivo 3101 km  

Decidiamo di scendere in citta’ con il camper e siamo abbastanza fortunati poiche’ troviamo un parcheggio gratuito in centro, sul lungo Senna, sul lato del centro storico. Ruen offre una cattedrale
di tutto rispetto; con l’esterno arricchito dalla “torre di burro” (pare sia stata costruita con i proventi del commercio del burro) in gran parte ricostruita dopo la guerra. L’interno e’ ampio e luminoso, con una interessante scala in marmo traforato. Purtroppo il deambulatorio e’ chiuso per cui ci accontentiamo di guardare le statue da dietro i cancelli. Subito dopo raggiungiamo  Saint Maclu una cattedrale strana, elegante e slanciata, con cinque portali decorati ma in stato di semi abbandono. Le statue e le decorazioni esterne sono annerite dal tempo e dall’incuria e dietro le decorazioni si intravvedono ciuffi di erba e nidi di uccelli. Saint Ouen, altra spettacolare cattedrale in stile gotico fiammeggiante, appare un po’ meno trasandata, anche se anch’essa offre statue e decorazioni annerite dal tempo e dallo smog). Concludiamo il tour con la visita alla torre dell’orologio: una torre che sorge su di un ponte a cavallo di una delle strade della citta’. La torre porta un vistoso orologio decorato che ricorda, vagamente, analoghi orologi di Vienna, Praga, Danzica e Bratislava. Conclusa la visita prendiamo il camper e puntiamo verso sudest; si torna  a casa. Pernottiamo a Chaumont, un paesino dell dipartimeno Champagne Ardenne. 


Lunedi’ 27 giugno - Cusano Milanino – progressivo 3683  

Partiamo presto al mattino, non senza essereci prima fermati in un centro commerciale per fare scorta di calvados, vini e formaggi francesi.
  Entriamo in Svizzera e siamo a casa in serata   



Conclusioni
 

Il tour, pur interessante, si e’ rivelato un poco al di sotto delle aspettative. A parte Saint Malo’ e Mont Saint Michel, le citta’ ed i monumenti non sono sembrati particolarmenti interessanti. I Panorami delle scogliere e delle falesie atlantiche hanno deluso, forse per via del cattivo tempo, cosi’ come sono state una delusione la croniche de l’armorique e la croniche bretonne (a mio avviso l’aurelia in liguria e’ in alcuni punti piu’ spettacolare). Discrete invece le esperienze culinarie (sidro e galette erano per noi due oggetti sconosciuti), cosi come piacevoli sono state le immagini delle case con le pareti a graticcio e, nella zona nord della bretagna, dei villaggi con i tetti in ardesia, molto spioventi. Abbiamo percorso 3700 km ed il mezzo si e’ comportato benissimo. Siamo stati fuori 14 giorni ed abbiamo speso circa 1400 euro, di cui almeno la meta’ per pedaggi, bolli autostradali e gasolio.

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